domenica 9 dicembre 2007

LA CHIRURGIA AI TEMPI DEI ROMANI(da Corriere della Sera)


Inaugurata a Rimini la domus del chirurgo del III secolo d. c.

La chirurgia ai tempi dei Romani

Riportati alla luce 150 attrezzi chirurgici di 1.800 anni fa. La più importante scoperta di questo genere

RIMINI - È stata inaugurata venerdì scorso ed è uno dei reperti storici più importanti per comprendere come funzionasse l'attività di chirurgia medica nell'antico impero romano. È la Domus del chirurgo, costruzione del III secolo d. C. emersa dagli scavi di piazza Ferrari a Rimini. Dopo 17 anni di lavori, gli archeologi hanno riportato alla luce non solo stupendi mosaici romani, ma soprattutto 150 attrezzi usati dal chirurgo che circa 1.800 anni fa viveva e lavorava in questo posto. Il quotidiano inglese Daily Telegraph dedica un ampio reportage a questa scoperta, soffermandosi sulle operazioni e gli interventi che venivano portati avanti in questa clinica medica dell'antichità.

SCOPERTA ECCEZIONALE - Ralph Jackson, curatore della collezione romano-britannica del British Museum ed esperto di medicina antica, è stato intervistato dal quotidiano britannico: lo studioso ha fatto notare che, da un primo studio sugli attrezzi ritrovati, è possibile affermare che il modo di lavorare dei chirurghi antichi non era molto diverso da quelli di oggi. Con un'eccezione singolare: spesso i migliori dottori si recavano a casa dei pazienti per effettuare importanti operazioni. «È sicuramente la più importante scoperta di attrezzi chirurgici usati nell’antichità dai dottori del tempo», afferma entusiasta il professore britannico.

STRUMENTI CHIRURGICI - Tra i diversi strumenti chirurgici c'è un raro attrezzo di ferro usato per estrarre le punte delle frecce dalle ferite: da ciò emerge che il dottore del luogo sapeva curare anche le piaghe che i soldati si procuravano in battaglia. Altri attrezzi molto simili a quelli odierni sono i bisturi, le pinze, gli scalpelli, le sonde, le bilance e i vasi usati per la preparazioni e la conservazione dei medicinali: «Questi attrezzi ci chiariscono in modo esemplare come il chirurgo lavorasse e il tipo di operazioni che egli portava avanti», continua il professor Jackson. «Tutte le scoperte precedenti ci avevano dato solo un quadro parziale della chirurgia romana. Probabilmente il medico prima dell'operazione preparava un anestetico con diverse piante e erbe come la madragola bianca (la cui radice, in passato, si riteneva fosse dotata di virtù magiche e poteri afrodisiaci), il giusquiamo e il papavero».

CHIRURGO, MA ANCHE CALLISTA E DENTISTA - Secondo il Telegraph la scoperta più strana è quella di uno strumento che probabilmente oggi sarebbe usato da un callista. Si tratta di una bottiglietta di ceramica a forma di piede che di solito conteneva olio o acqua calda. Inoltre alcuni attrezzi suggeriscono che il chirurgo era solito preparare un intruglio che il paziente doveva prendere sempre prima di qualsiasi operazione, sia che si trattasse di una ordinaria asportazione di un dente (il chirurgo era anche dentista) sia che si dovesse sottoporre a un intervento molto complicato: «Uno degli oggetti più spettacolari è un attrezzo lenticolare che veniva introdotto nel cranio del paziente dopo che questo era stato perforato con un altro strumento», afferma il dottor Jackson. La stanza delle operazione era molto simile ai moderni ambulatori, completa di tavolo e con una sedia dallo schienale alto dove si sedeva il dottore. Inoltre non mancava il lettino lungo il muro e su quest'ultimo compare un graffito con la scritta Eutyches che probabilmente era il nome del dottore dell'antica Rimini.