sabato 22 marzo 2008

BUONA PASQUA CON LE PAROLE DELL'ARCIVESCOVO


Un augurio particolare a tutti i lettori di questo blog con le parole dell'arcivescovo di Taranto, Mons.Benigno Luigi Papa.

Messaggio dell’Arcivescovo per la Pasqua 2008

Con la risurrezione di Gesù

Dio dona al mondo la Vita e la Speranza

Fratelli e sorelle carissimi,

1. Vi invito ad accogliere con fede e riconoscenza l’annuncio pasquale della risurrezione di Gesù, perché nella sua vittoria sulla morte è racchiusa la nostra vittoria, nell’amore con il quale Egli ci ha amato e ci ama troviamo il fondamento più sicuro per una Speranza credibile e affidabile. Attraverso il Battesimo il Risorto ci rigenera a una vita nuova “a una speranza viva, a una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce, conservata nei cieli per noi” (1Pt 1,3-4).

Accogliamo con gratitudine il dono pasquale della Speranza, perché siamo consapevoli di quanto sia prezioso un tale dono, senza del quale non potremmo vivere, non solo perché spalanca la porta oscura del futuro, ma anche perché consente di vivere con serenità, e persino con gioia, il tempo presente anche se esso è buio e faticoso (cf Benedetto XVI, Spe Salvi, 2).

2. C’era un tempo in cui si pensava che la paura fosse il prodotto dell’analfabetismo, della superstizione, della cultura prescientifica, della povertà economica di un mondo ormai scomparso. Ma è venuta la modernità, l’epoca dei lumi, la rivoluzione industriale, la ricchezza economica, la secolarizzazione, il progresso scientifico e tecnologico e, stranamente, le paure, invece di scomparire o diminuire aumentano, anzi oggi “la più orribile tra le paure sopraggiunte è quella di non poter evitare la paura, né sfuggire ad essa… temiamo che le catastrofi che terrorizzavano i nostri antenati sono non solo destinate a ripetersi, ma che non ci lasciano alcuna possibilità di fuga” (Z. Baumann, La paura liquida, Bari 2008, 119).

Di fronte a un futuro così oscuro e a un presente così tenebroso, nel quale la ragione non riesce a trovare alcuna via di uscita, dobbiamo rassegnarci a vivere come gli abitanti di Efeso, prima di avere incontrato Cristo, “senza Dio e senza speranza in questo mondo” (Ef 2,12), abbandonati al più cupo pessimismo? Oppure possiamo riappropriarci, in pienezza, della speranza che Dio, con la risurrezione di Gesù, ha donato al mondo?

3. In realtà le narrazioni evangeliche pasquali fanno precedere l’annuncio della risurrezione di Gesù, dall’invito rassicurante “non abbiate paura” (Mc 16,6; Mt 28,5) e precisano che il Risorto comunica ai suoi discepoli “gioia e pace” (Gv 20,19.21.26). Tali affermazioni del Vangelo hanno trovato e continuano a trovare riscontro nella storia del Cristianesimo, nella vita concreta di tanti cristiani, uomini e donne, laici ed ecclesiastici che, con la forza dello Spirito del Risorto, sanno far fronte, con serenità di cuore, a situazioni di vita drammatiche e strazianti.

4. Accogliere con fede il Risorto vuol dire ricevere una luce che rischiara le tenebre della vita, e ottenere una forza che permette di sperare contro ogni speranza. Per quanto incerto e buio possa essere il futuro, per quanto cupo e tenebroso possa manifestarsi il presente, la grande Speranza che riceviamo dal Risorto ci dà la spinta propulsiva necessaria per realizzare quelle piccole speranze che fanno parte della trama quotidiana della vita personale e sociale, e per andare incontro al tunnel della morte sapendo che, al di là della soglia della vita naturale non c’è il nulla, ma l’abbraccio amorevole con il Padre dei viventi.

5. Con questo Messaggio, augurando una Pasqua di vita e di gioia, a tutti imparto di cuore la mia Paterna Benedizione.

Benigno Luigi Papa

Arcivescovo Metropolita di Taranto

lunedì 17 marzo 2008

Un sogno per domani

La scuola rispetto ai grandi temi della vita non sta alla finestra.Insieme alle scuola media "Don Sturzo" le nostre classi hanno visionato il film "Un sogno per domani".E' la storia di un ragazzo di 12 che risponde con una trovata geniale alla "provocazione" del suo professore: "cosa faresti per cambiare il mondo"?Trevor, è questo il nome del ragazzo, inventa una catena della bontà.Ciascuno compie tre azioni buone verso altrettanto persone invitate a fare la medesima cosa.Trevor ha una vita difficle: madre alcolista, papà manesco.Cerca, allora, di mettre "in relazione" la mamma e il prof.Ci riesce.La stampa insegue la storia di questo ragazzo!Viene persino intervistato.Una volta tanto, è il bene a fare rumore!Il finale è pero tragico.Trevor per difendere un suo amico vittima di tre bulli, muore in seguito ad un colpo mortale infertogli da un coetaneo.La scena finale è commovente:una folla immensa si reca nei pressi dell'abitazione di Trevor con una luce accesa.E' il simbolo della Resurrezione dei giorni nostri.Credo che da un film molto "laico" si possa anche trarre un messaggio augurale valido per tutti: il mondo si può migliorare.E' la stessa utopia cavalcata dal piccolo Trevor.La stessa utopia resa Salvezza da Cristo Gesù! Buona Pasqua a tutti !