sabato 5 gennaio 2008

Riprendiamo con la storia !

Vacanze terminate.Riprendiamo il nostro "viaggio".Una storia d'altri tempi che affonda la lente d'ingrandimento nella prima guerra mondiale.Vi propongo una lettura dal Corriere della Sera.



I messaggi, pubblicati a puntate, appassionano migliaia di persone

Le ultime lettere di Harry,
dalle trincee italiane al blog

Il nipote di un fante inglese della Grande Guerra mette online l'epistolario del nonno. 

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

Harry Lamin (da http://wwar1.blogspot.com/)
LONDRA — «Cara Kate, ti scrivo mentre aspetto l'ora di uscire dalla trincea, abbiamo finito il rum e il colonnello è stato ucciso...». La calligrafia è chiara, non tremava la mano al soldato inglese Harry Lamin che novant'anni fa scriveva alla sorella a casa, prima di correre verso i reticolati del nemico. Che cosa è successo pochi minuti dopo, quando il fischietto di un ufficiale ha dato il segnale? Si è salvato il Soldato Lamin? È sopravvissuto alla follia della Prima Guerra Mondiale, quella che nelle speranze del presidente Wilson doveva essere «la guerra per far finire tutte le guerre»? È la domanda che migliaia di persone nel mondo anglosassone si stanno facendo da quando Bill Lamin, il nipote del fante del 9˚ Battaglione del Reggimento York and Lancaster, ha aperto un blog nel quale sta pubblicando le lettere mandate a casa dal nonno tra il 1917 e il 1918. Bill ha ritrovato il materiale in una vecchia cassetta, lo ha ordinato e lo ha messo in rete. Lo inserisce seguendo la data originale, nello stesso giorno in cui furono scritte le lettere, ma novant'anni dopo.

Passano molti giorni, come allora, tra una lettera e l'altra dal fango e dalla paura delle trincee e non si conosce ancora la fine della storia. L'ultimo messaggio di Harry è stato messo online il 30 dicembre, lo stesso giorno del 1917 in cui era partito dalla zona di Montebelluna in Italia, dove il suo battaglione era stato trasferito in novembre dal fronte francese. «Caro Jack», scrive il soldato al fratello in Inghilterra «ho ricevuto la tua scatola di biscotti per Natale, spero che voi stiate bene, io me la cavo...». Harry Lamin aveva 29 anni quando fu chiamato alle armi nel febbraio 1917. Lavorava in fabbrica, aveva una moglie, Ethel, e un bambino nato nel 1916 che ancora non camminava. Tre mesi di addestramento, poi a maggio la Francia perché le reclute servivano a colmare le voragini nei ranghi aperte dall'offensiva della Somme. La prima lettera dal campo rivela lo smarrimento di un giovane padre sottoposto a una nuova disciplina: «Qui si marcia sempre, fa freddo e c'è poco da mangiare». Arrivato al fronte il suo battaglione viene subito mandato in azione. L'11 giugno 1917, Messines, Francia: «Caro Jack, abbiamo avuto un'altra settimana terribile, i veterani qui dicono che è stata anche peggio della Somme dello scorso luglio. Abbiamo perso molti uomini, ma siamo andati dove ci avevano ordinato. Mi sono trovato seppellito sotto una montagna di terra per un'esplosione, ma sto abbastanza bene e spero che continui così. Il generale ci ha elogiato, dice che l'avanzata è stata quasi un successo». Il quasi successo, qualche centinaio di metri di terra di nessuno conquistata, è stato pagato caro. Il blog riporta il bollettino ufficiale del 9th Battalion of York & Lancaster Regiment: «5.40 del mattino, attacco. Un capitano ucciso, due tenenti feriti, 22 soldati uccisi, 77 feriti, 4 dispersi probabilmente morti».

Più del 10 per cento del battaglione di mille uomini bruciato in pochi minuti. Alla moglie e alla sorella, il soldato Harry risparmia i particolari: «C'è stata parecchia eccitazione qui, ma li abbiamo respinti... potete mandarmi una lattina di sali o di limone da mettere nell'acqua, dev'essere piccola, non c'è molto spazio». Il soldato, ormai veterano, cerca di scherzare: aspettare per ore e per giorni l'ordine di andare «over the top» (oltre il parapetto della trincea) «it's a rum job» (un lavoro strano), «senza il rum da mandar giù». Ci sono altre azioni, altro orrore: «Caro Fratello, Fritz ci ha tirato contro con i lanciafiamme, il colonnello è caduto, ma li abbiamo respinti e non sono tornati indietro in molti ». Poi, a ottobre del 1917 il trasferimento sul fronte italiano, a Montebelluna. Il 25 dicembre 1917, ancora dal diario reggimentale: «Pranzo di Natale con maiale, Christmas pudding, mele e vino. Parata. Concerto. Partita di football tra York and Lancaster e la batteria mortai da trincea: 7 a 1». Poi di nuovo la partita per la vita. Finora una sola cartolina dall'Inghilterra: è di seta, cucita da Ethel con un «Good Luck, caro». Perché non ce ne sono altre? Harry le perse insieme alla vita al prossimo assalto? Dov'era il soldato Harry Lamin alla undicesima ora dell'undicesimo giorno dell'undicesimo mese del 1918, quando i cannoni tacquero? È sopravvissuto? Per saperlo bisogna seguire il «suo blog» http: //wwar1.blogspot.com/. Guido Santevecchi Natale 1917 A sinistra Harry Lamin, fante del 9˚ battaglione del Reggimento York and Lancaster. Sopra e a destra, i due lati della cartolina di Natale spedita a Harry dalla moglie Ethel CARA KATE «Cara Kate, ti scrivo mentre aspetto l'ora di uscire dalla trincea, abbiamo finito il rum e il colonnello è stato ucciso... C'è stata parecchia eccitazione qui, ma li abbiamo respinti»

Guido Santevecchi
05 gennaio 2008

domenica 30 dicembre 2007

ALBEROBELLO, CITTA DEI TRULLI






C'è un posto bellissimo che ho vistato l'altro ieri: Alberobello. Città "bianca", storica, sui generis, di grande fascino, riesce a fondere colori, profumi ed emozioni. E'0 la città dei trulli, tipiche costruzioni che vi mostro nella foto.Da non perdere!